domenica 2 febbraio 2014

Nostalgia

ossia il sentimento del ritorno impossibile.

Ripenso al viaggio perfetto, perché non era una vacanza e non era una fuga.
Ora B. parte per fare ricerca tesi in un laboratorio in teutonia. Non è tanto l'aver passato quasi dieci anni insieme, sui banchi del liceo, nei boschi e sui monti d'Italia, non le nostre settimane di solitudine al mare o Londra, o Parigi.

A intermittenza torna il vuoto di Creta, la non-aspettativa. Il viaggio vuoto. Senza uno scopo, senza un posto letto. Una guida, lo zaino, i documenti. Il cane che ci accoglie al porto, quando l'alba ancora non accarezza la terra e il fast food enorme è chiuso.
B. è una parte non-evenemenziale di vita. Sarà per questo che torna Creta - dove lei non c'era. Con B. non succede niente, con B. è. Semplicemente. Essenzialmente.

Il mare blu di Creta. La terra rossa. I pavoni di Knossos.
Ci sono sempre stati, come gli olivi, come quel sole. Come i monti corrosi dal tempo, come le capre e le pecore.
C'è sempre stata, per niente, per caso, perché c'eravamo e ci siamo state e ci saremo. Io a Roma, lei ad Heidelberg. È di nuovo il canto dell'addio, come un settembre lontano quasi quattro anni, in cui un silenzio di gioco di ruoli doveva tenerci separate nello stesso posto per quattro mesi.

Creta è così, senza cercare pretesti, povera e quieta, con i briganti che ancora sparano sui monti e la città che accudisce i randagi - come in Cile, ancora oggi. Briciole di nomadismo in occhi fedeli ad una comunità.
B. è così, ricca e quieta, gelida come il mare invernale. Ci salutiamo senza un abbraccio, una sera, dopo il tramonto. Io immobile, lei s'allontana, e la costa cretese, le luci del molo tremolanti, nell'assordante silenzio dei motori del traghetto.
È stato il viaggio perfetto - ora lo so - perché non cercava altro che il viaggio stesso. Travel for travel's sake - friendship for friendship's sake.


C'è solo un vaso di gerani, dove si ferma il treno.

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